La zampa d’oca del ginocchio: piccola ma importante
- Matteo Izzo
- 5 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

Chi non ha mai sentito parlare di “zampa d’oca” al ginocchio spesso si immagina qualcosa di bizzarro o scherzoso. In realtà, dietro questo nome curioso si nasconde una struttura anatomica fondamentale, spesso coinvolta in dolori che molti scambiano per problemi meniscali o artrosici.
Cos’è la zampa d’oca
La “zampa d’oca”, o pes anserinus, è una zona situata sul lato interno del ginocchio, appena sotto l’articolazione. Il nome deriva dal modo in cui tre tendini si inseriscono sulla tibia, formando un ventaglio simile alla forma di una zampa d’oca.
Questi tendini appartengono a tre muscoli:
il sartorio, che parte dall’anca e attraversa tutta la coscia;
il gracile, che arriva dalla parte interna della coscia;
il semitendinoso, uno dei muscoli posteriori della coscia.
Insieme formano una sorta di stabilizzatore naturale della parte interna del ginocchio. Tra i tendini e l’osso c’è una piccola sacca, chiamata borsa anserina, che serve a ridurre l’attrito.
Quando e perché si infiamma
La “borsite della zampa d’oca” o tendinopatia anserina è una delle cause più frequenti di dolore nella parte interna del ginocchio, soprattutto nelle persone che praticano sport o camminano molto.
Le cause più comuni sono:
sovraccarico o microtraumi ripetuti, tipici di chi corre, gioca a tennis o fa lunghe camminate in salita;
posture scorrette, che portano a un malallineamento tra anca, ginocchio e piede;
muscolatura poco equilibrata, soprattutto quando gli adduttori o gli ischiocrurali sono troppo rigidi;
artrosi del ginocchio, che altera la biomeccanica e aumenta lo stress su quella zona.
Molti pazienti raccontano di un dolore “puntiforme”, localizzato, che si accentua salendo le scale o alzandosi da una sedia. Al tatto, si può percepire un punto dolente preciso, a volte con un leggero rigonfiamento.
Come si cura
Il trattamento dipende dal grado d’infiammazione e dall’impatto sui movimenti quotidiani.
1. Terapia conservativa
È quasi sempre la prima scelta e, nella maggior parte dei casi, risolutiva.
Riposo relativo: sospendere temporaneamente le attività che scatenano il dolore, senza immobilizzare il ginocchio.
Ghiaccio nelle prime fasi per ridurre l’infiammazione.
Fisioterapia mirata: stretching dei muscoli posteriori e adduttori, esercizi di rinforzo del quadricipite e del core.
Correzione posturale e analisi del passo, soprattutto negli sportivi o in chi ha valgismo o varismo accentuato.
Terapia fisica (ultrasuoni, tecar, onde d’urto leggere) per accelerare la guarigione.
2. Terapia infiltrativa
Quando la fisioterapia non basta, si può ricorrere a un’infiltrazione locale nella borsa anserina.
Le più comuni contengono cortisone a basso dosaggio, spesso in associazione con anestetico locale.
In alternativa, si possono usare infiltrazioni di PRP (plasma ricco di piastrine) o acido ialuronico, che agiscono in modo più biologico, riducendo l’infiammazione e migliorando la qualità del tessuto tendineo.
Nella maggior parte dei casi, una o due sedute sono sufficienti a risolvere il problema.
3. Terapia chirurgica
La chirurgia della zampa d’oca è estremamente rara e riservata a casi eccezionali, ad esempio quando vi è una borsite cronica recidivante o un conflitto meccanico persistente. In questi casi si può rimuovere la borsa infiammata o liberare i tendini adesi, ma si tratta di un’eventualità davvero poco comune.L’obiettivo resta sempre evitare l’intervento con un approccio conservativo mirato.
Un esempio concreto
Immaginiamo Anna, una donna di 55 anni che ama camminare in montagna. Da qualche settimana sente un dolore acuto nella parte interna del ginocchio sinistro, tanto da pensare di avere “il menisco rotto”. In realtà, la risonanza è normale: il menisco è integro, ma la zampa d’oca è infiammata.Con un ciclo di fisioterapia, ghiaccio e un’infiltrazione cortisonica mirata, in tre settimane Anna torna a camminare senza dolore e, soprattutto, senza chirurgia.
In sintesi
La zampa d’oca del ginocchio è una piccola struttura con un grande compito: stabilizzare e accompagnare il movimento. Quando si infiamma, provoca un dolore fastidioso ma gestibile, che raramente richiede interventi invasivi.
Riconoscerla precocemente, affidarsi a un fisioterapista esperto e, se necessario, a un ortopedico per un’infiltrazione mirata, permette di tornare rapidamente a una vita attiva — quella che, in fondo, il ginocchio desidera più di tutto: muoversi senza dolore.
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