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PRP per il Ginocchio: una Terapia Rigenerativa che riduce il dolore e ritarda la chirurgia

  • Immagine del redattore: Matteo Izzo
    Matteo Izzo
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min


Il trattamento con PRP al ginocchio rappresenta una delle soluzioni più avanzate per combattere l’artrosi e le lesioni meniscali. Scopri come funziona, a chi è consigliato e quando può davvero fare la differenza.


Introduzione

Il dolore al ginocchio è una delle cause più frequenti di riduzione della qualità della vita nella popolazione adulta, sia in soggetti sportivi che in persone sedentarie. Con l’aumento dell’aspettativa di vita e l’interesse sempre maggiore per soluzioni conservative, la medicina rigenerativa sta guadagnando spazio. Tra i trattamenti più promettenti e utilizzati, spicca il PRP (Platelet-Rich Plasma, o plasma ricco di piastrine).

Questa tecnica sfrutta la capacità rigenerativa del corpo umano attraverso l’utilizzo di un concentrato di piastrine ottenuto dal sangue del paziente stesso, iniettato direttamente nell’articolazione dolorante. Ma a chi è davvero utile? E quando conviene farlo?


Che cos’è il PRP e perché si usa nel ginocchio

Il PRP è un concentrato autologo di piastrine ottenuto mediante centrifugazione del sangue del paziente. Le piastrine contengono fattori di crescita (come PDGF, TGF-β, VEGF) che stimolano la rigenerazione tissutale, la formazione di nuovi vasi sanguigni e modulano l’infiammazione locale.

Nel ginocchio, il PRP si usa per:

  • Ridurre il dolore e l'infiammazione articolare;

  • Stimolare la guarigione dei tessuti molli (menischi, cartilagine, tendini);

  • Rallentare la progressione dell’artrosi, soprattutto nelle fasi iniziali;

  • Ottimizzare il recupero post-chirurgico, come dopo artroscopie o ricostruzioni legamentose.

Il grande vantaggio? È una procedura naturale, sicura e priva di effetti collaterali sistemici, poiché utilizza esclusivamente componenti biologici del paziente.


Quando il PRP può fare la differenza

Non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo. Ecco i principali contesti clinici in cui il PRP al ginocchio ha mostrato efficacia comprovata:

  1. Artrosi iniziale o moderata (grado I-III) Nei pazienti con un’usura cartilaginea non ancora avanzata, il PRP può ridurre significativamente il dolore e migliorare la funzionalità, ritardando l’eventuale indicazione a una protesi. Questo vale in particolare per soggetti attivi tra i 40 e i 70 anni, con un buon tono muscolare e senza deformità articolari importanti.

  2. Lesioni meniscali degenerative non chirurgicheIn presenza di lesioni del menisco non associate a blocchi articolari o instabilità, il PRP aiuta a ridurre i sintomi grazie alla sua azione antinfiammatoria e bio-riparativa.

  3. Tendinopatie croniche e infiammazioni localizzate (tendine rotuleo, zampa d’oca)Il PRP può essere iniettato anche a livello peri-articolare in caso di tendiniti recidivanti, migliorando il trofismo dei tessuti.

  4. Recupero post-interventoDopo interventi chirurgici come la ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA) o la sutura meniscale, il PRP può accelerare il processo biologico di guarigione e ridurre i tempi di recupero.


Come si svolge il trattamento

Il trattamento è ambulatoriale e si articola in questi passaggi:

  • Prelievo di circa 10-20 ml di sangue venoso dal paziente;

  • Centrifugazione in provetta sterile per separare le piastrine dal resto del plasma;

  • Infiltrazione intra-articolare del PRP, sotto guida ecografica o palpatoria, con tecnica sterile.

Il ciclo completo prevede in genere 2 o 3 infiltrazioni a distanza di 4-5 settimane l’una dall’altra. L’efficacia può essere potenziata se il trattamento viene associato a fisioterapia mirata e riduzione del carico funzionale nei primi giorni.


Cosa aspettarsi dopo l’infiltrazione

  • Lieve dolore transitorio nelle 24-48 ore successive, trattabile con ghiaccio o analgesici leggeri;

  • Recupero funzionale graduale, con benefici percepiti dopo 2-3 settimane;

  • Durata dell’effetto variabile: dai 8 ai 12 mesi, a seconda della patologia di base e dello stile di vita del paziente.

Il PRP non genera tessuto cartilagineo nuovo, ma aiuta a modulare l’ambiente articolare rendendolo più favorevole alla funzionalità e alla riduzione del dolore.


Limiti e controindicazioni

Come ogni terapia, anche il PRP ha dei limiti:

  • Non è indicato nelle artrosi gravi (grado IV), con grave deformità articolare o artrosi tri-compartimentale avanzata;

  • Non sostituisce la chirurgia in caso di lesioni complesse, gravi instabilità o fratture;

  • Non è sempre rimborsato: nella maggior parte dei sistemi sanitari europei e svizzere, si tratta di una prestazione a carico del paziente.

Controindicazioni assolute: infezioni in corso, patologie ematologiche, tumori attivi, utilizzo cronico di anticoagulanti.


Le domande più frequenti dei pazienti

  • È doloroso? Il fastidio è minimo e localizzato al momento dell’infiltrazione. Si può camminare subito dopo.

  • Serve l’anestesia? No, ma può essere usata una leggera anestesia locale cutanea con ghiaccio.

  • È una terapia definitiva? No, ma può ritardare a lungo l’evoluzione della malattia articolare.

  • Ci sono rischi? Minimi, trattandosi di materiale autologo. L’unico rischio reale è una lieve reazione infiammatoria post-iniezione.


Conclusioni

Il PRP rappresenta una risorsa terapeutica avanzata, sicura e biologica, utile per migliorare la qualità della vita in pazienti con patologie articolari del ginocchio. Non è una terapia universale, ma, in mani esperte e con un’adeguata selezione dei pazienti, può ritardare sensibilmente il ricorso a tecniche chirurgiche, ridurre il consumo di farmaci e consentire un miglior recupero funzionale.

Valutare questa opzione insieme a uno specialista in ortopedia rigenerativa è il primo passo per capire se sei un candidato adatto.

 
 
 

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Il Dr. Med Matteo Izzo riceve e visita presso SSP - Swiss Surgical Practice, Via S.Gottardo 1 A, 6900 Lugano, Svizzera (Stabile Bettydo)  

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