Terapie rigenerative per l’artrosi del ginocchio: il ruolo concreto delle cellule staminali mesenchimali
- Matteo Izzo
- 20 lug
- Tempo di lettura: 3 min

L’artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa che colpisce milioni di persone in Svizzera e nel mondo, compromettendo la qualità della vita e limitando progressivamente la funzionalità articolare. La medicina rigenerativa, in particolare attraverso l’impiego di cellule staminali mesenchimali, sta offrendo nuove possibilità per rallentare la progressione della malattia e migliorare i sintomi, soprattutto nelle fasi iniziali e intermedie.
Cosa sono le cellule staminali mesenchimali e perché vengono utilizzate nel ginocchio?
Le cellule staminali mesenchimali (MSC) sono cellule adulte multipotenti presenti in diversi tessuti del corpo umano, tra cui il tessuto adiposo, il midollo osseo e la membrana sinoviale. In ambito ortopedico, il loro utilizzo nel trattamento dell’artrosi si basa principalmente sulle loro capacità:
anti-infiammatorie,
modulatrici del microambiente articolare,
e stimolanti della riparazione cartilaginea.
A differenza dei trattamenti tradizionali che mirano a contenere il dolore, le MSC agiscono sul terreno biologico della malattia articolare, creando le condizioni per una risposta rigenerativa.
Qual è il meccanismo d’azione?
Una volta iniettate nell’articolazione del ginocchio, le MSC non si trasformano direttamente in nuove cellule cartilaginee, ma rilasciano segnali molecolari (fattori di crescita, citochine, microRNA) che agiscono sui tessuti danneggiati. Questo processo, noto come effetto paracrino, ha lo scopo di:
ridurre l’infiammazione sinoviale cronica,
proteggere i condrociti esistenti,
e rallentare la degradazione della cartilagine.
Qual è l’efficacia? Cosa dicono i dati?
Studi clinici internazionali, incluse alcune metanalisi pubblicate su riviste come American Journal of Sports Medicine e Stem Cells Translational Medicine, indicano che nei pazienti con artrosi del ginocchio di grado I-III, le MSC possono portare a:
riduzione del dolore articolare (fino al 50-70% dei casi),
miglioramento della funzione articolare,
e un rallentamento del deterioramento strutturale rilevabile con imaging RMN.
L’efficacia è particolarmente promettente nei pazienti più giovani, con BMI nella norma, e nei quali la cartilagine articolare presenta ancora un certo grado di conservazione.
È un trattamento disponibile in Svizzera?
Sì, in Svizzera l’uso di cellule staminali mesenchimali autologhe (provenienti dal paziente stesso) non espanse in laboratorio è autorizzato se effettuato secondo le linee guida di Swissmedic. In particolare, la procedura deve prevedere:
una manipolazione minima (es. microframmentazione meccanica del tessuto adiposo),
l’impiego omologo (cioè nello stesso tipo di tessuto da cui derivano),
e una documentazione clinica completa.
Questo significa che, se eseguita in centri autorizzati e da medici esperti, la terapia con cellule staminali mesenchimali intra-articolari al ginocchio è una pratica clinica conforme e sicura.
Come avviene la procedura?
La procedura si svolge in sala operatoria:
Si effettua un piccolo prelievo di tessuto adiposo (di solito a livello dell’addome).
Il tessuto viene processato in maniera meccanica, senza espansione o manipolazione enzimatica.
Il preparato cellulare viene iniettato direttamente nel ginocchio
Il recupero è rapido: il paziente può tornare alle sue attività quotidiane entro poche ore, e l’effetto clinico viene monitorato nelle settimane e nei mesi successivi, spesso con l’ausilio di fisioterapia personalizzata.
Conclusioni: prudenza ma apertura
Le cellule staminali mesenchimali rappresentano una frontiera seria e promettente nella gestione dell’artrosi del ginocchio, con un razionale biologico consolidato e crescenti evidenze cliniche. Non si tratta di una cura miracolosa, né di un’alternativa automatica alla chirurgia, ma può offrire un beneficio tangibile nei pazienti selezionati.
In un contesto come quello svizzero, dove le norme regolatorie sono tra le più rigorose in Europa, è oggi possibile accedere a questi trattamenti con sicurezza, trasparenza e qualità clinica. Per i pazienti motivati a mantenere attiva la propria articolazione e ritardare un eventuale impianto protesico, questa opzione merita di essere discussa con lo specialista.
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